I nutrizionisti concordano: pasti frequenti e leggeri, distribuiti uniformemente durante l’arco della giornata,
sono di
grande aiuto per chi desidera perdere peso e, più in generale, per chi intende mantenere un sano stile di vita.
Ma dimagrire mangiando è davvero possibile? Quali sono i meccanismi che, in seguito all’assunzione di
cibo, l’organismo mette in atto?
Il dispendio energetico
Se dimagrire mangiando può sembrare per molti un controsenso, non lo è
affatto per l’organismo, le cui funzioni seguono fisiologici e
immutabili automatismi.
I processi di digestione e di assorbimento degli alimenti richiedono,
infatti, energia affinché si verifichino. Tale dispendio energetico si
traduce, quindi, in una maggiore spesa di calorie, sia immediata, per il sostentamento di tali processi organici, sia giornaliera: il
corpo,
infatti, “memorizzerà” tale abitudine e assocerà il mangiare di
frequente a un segno di abbondanza, incrementando lo stesso metabolismo a
riposo e la spesa energetica quotidiana richiesta all’organismo.
Una sferzata al metabolismo
Dimagrire mangiando
comporta, inoltre, un ulteriore beneficio: dal punto di
vista ormonale, infatti, a fronte di una regolare assunzione di
cibo,
si assiste a una aumentata secrezione di ormoni tiroidei. Le sostanze
principalmente coinvolte sono la levotiroxina (meglio nota come T3) e la
tiroxina (T4), che agiscono in sinergia fra loro, aumentando
significativamente il metabolismo dell’individuo e il conseguente
dispendio energetico.
Tenere a bada la fame
Dimagrire mangiando non è, quindi, solo possibile, ma anche decisamente più semplice e meno impegnativo.
Chi segue un regime dietetico di eccessive privazioni, si troverà,
infatti, maggiormente sottoposto ai crampi della fame: questo perché al
digiuno consegue un fisiologico calo della
glicemia,
ossia dei livelli di zucchero nel sangue, che spinge il cervello a
inviare all’organismo forti segnali atti alla reintroduzione di cibo,
stimolando irrefrenabilmente l’appetito.Chi, al contrario, ha
cura
di fare piccoli pasti durante la giornata, sarà invece meno sottoposto a
tali “attacchi” insaziabili di fame. Spuntini completi, comprensivi
anche di grassi e proteine, portano al rilascio di colecistochinina, un
ormone gastrointestinale capace di favorire la sensazione di sazietà.
Cibi a calorie negative: dimagrire mangiando!
Soprattutto da qualche anno a
questa
parte, hanno fatto capolino sulle riviste di settore un’infinità di
articoli riguardanti quelli che vengono presentati come miracolosi cibi a
calorie negative. Non si tratta tuttavia di una bufala o di uno
stratagemma pubblicitario: questi alimenti esistono davvero e il
processo che ne sta alla
base è definito, in gergo medico, come termogenesi indotta.
Ovviamente, non esistono cibi privi di calorie (o che addirittura
possano vantare un apporto sottozero!), ma si tratta di alimenti che,
per il loro limitato contenuto calorico, richiedono più energia per la
loro digestione rispetto a quanta ne introducono nell’organismo.
Tali alimenti portentosi, particolarmente ricchi di fibre, comprendono
soprattutto verdure e qualche frutto e, affinché esplichino l’effetto
desiderato, vanno
naturalmente consumati sconditi. Qualche esempio? Come verdure crude, troviamo la lattuga, finocchi e sedano, ma anche
broccoli e asparagi bolliti e frutti ad elevato contenuto d’acqua, come pompelmi gialli o rosa e angurie.