venerdì 30 dicembre 2011

Per l'Inps è morta nel 2002. Niente pensione per una donna di 65 anni

pensione
È viva e vegeta, ma per l'Inps la donna è scomparsa nel 2002, insieme al padre morto proprio in quell'anno. Per errore, infatti, è stato registrato anche il suo decesso, ma la donna residente a Maestrino, Padova, pensava di aver risolto il malinteso presentando l'adeguata certificazione nel 2007, quando si accorse dell'errore.
Invece da alcuni mesi E.A., all'avvicinarsi del 65esimo compleanno e della voglia di andare in pensione ha fatto una scoperta come ha raccontato il Gazzettino: "Ho presentato tutta la documentazione che mi è stata richiesta affidando la pratica ad un patronato - racconta -. L'Inps ha risposto che non mi potevano concedere la pensione in quanto risultavo deceduta da anni. Sono rimasta molto stupita, io sono qui e sono viva ma per la burocrazia non è sufficiente. Ho dovuto presentare un certificato che mai mi sarei sognata potesse esserci tra i tanti documenti: si chiama certificato di esistenza in vita e prova che non sono morta".
Dopo aver consegnato il documento, la signora pensava la sua odissea fosse terminata, così dopo una comunicazione dell'Inps del 15 novembre, con certificato di pensione e foglio dei conteggi, si è recata alla posta per la prima riscossione, ma il suo nome non era nella lista. Intanto la donna, che ogni mese ritira la pensione del marito tramite delega, fa notare come l'Inps dovrebbe essere già a conoscenza della sua "esistenza in vita".

L'ODISSEA -  Dopo un secondo tentativo alle Poste, la donna si è rivolta all'Inps. "Mi ha risposto che stavolta erano state le Poste ad aver respinto la pensione a causa del mio decesso - continua sconsolata -. Altro rimpallo con l'ufficio postale che mi dice invece che dall'Inps non è mai arrivato nulla. Nuova tornata, allora, con l'Inps che ribadisce che non può erogare la pensione perché sono deceduta e quindi non serve nemmeno che mi rechi in Posta il prossimo gennaio perché la mia pensione non ci sarà. Il patronato che si occupa della mia pratica mi ha consigliato di ripresentare tutti i documenti, ma di persona, senza avvalermi del loro aiuto. Ho preparato un altro certificato di esistenza in vita, ripeto io sono qui e sono viva cos'altro posso fare per dimostrarlo?".

martedì 27 dicembre 2011

Trovato morto in un'aiuola a Viareggio il fratello di Panariello

Roma, 27 dic. (TMNews) - Francesco Panariello, 50 anni, fratello del comico e attore Giorgio, è stato trovato morto a Viareggio, in un'aiuola sulla terrazza della Repubblica di fronte al bagno Zara.

Secondo quanto riferito dalla questura di Lucca e dal commissariato della cittadina della riviera, un passante ha notato l'uomo a terra e ha avvertito il 118. E sul posto, in breve, è intervenuta anche una volante della polizia. Il corpo senza vita dell'uomo è stato messo a disposizione dell'autorità giudiziaria e portato all'ospedale Versilia per essere sottoposto a un esame autoptico per stabilire le cause del decesso.

Giorgio Panariello ha effettuato il riconoscimento della salma del fratello. L'attore è passato da un ingresso secondario, lontano dai curiosi e dai giornalisti che si sono raccolti all'entrata principale del Versilia. Si è quindi recato al commissariato di polizia.

In un'intervista del 2009 al settimanale "DiPiù", Francesco, che tutti conoscevano col diminutivo di "Franco", aveva raccontato di come lui e Giorgio erano stati abbandonati da piccoli. Franco era stato messo in collegio, dove sarebbe rimasto 12 anni, e Giorgio era stato affidato ai nonni materni. Dopo varie vicende, tutte segnate negativamente, Franco era anche diventato tossicodipendente. Giorgio lo aveva convinto a entrare nella comunità di San Patrignano, dove era uscito nel 2005 dopo sette anni di recupero. Ultimamente, si era stabilito a Viareggio dove lavorava come giardiniere.

venerdì 23 dicembre 2011

Tre ore per il Milano Torino. L'incubo sul "Freccia lenta"

treno
Oggi, per il traffico in auto, è una giornata da bollino rosso fuoco. Allora per non rimanere imbottigliati in autostrada nulla di meglio che prendere un bel treno dell'Alta Velocità, il Freccia Rossa, per evitare code, ritardi e anche per ridurre le emissioni inquinante. Questa la decisione di chi scrive per andare stamattina di buon'ora da Milano a Torino. Freccia Rossa dell 8 da Milano Centrale; arrivo previsto a Torino Porta Nuova ore 9.03. Perfetto per chi ha un appuntamento intorno alle 10.

Peccato che la certezza di un viaggio veloce si infrange nemmeno mezz'ora dopo la partenza, prima di Novara, stando a quanto mostra il piccolo display presente nella carrozza. Il treno si ferma. Non si sa perchè. ma nelle ultime carrozze, quelle prossime al locomotore di coda, corre la voce che il treno si è fermato perchè - aprole di una conduttrice - "il locomotore sta bruciando".

Fumo non se ne vede, puzza di bruciato nemmeno. E il tempo passa...Alle 9.04 il capotreno comunica dall'altoparlante che "il danno è irreparabile. Bisogna attedere un treno che vanga in soccorso". Tempo previsto per la ripartenza 2 ore.
La seconda comunicazione arriva alle 9.45: arriverà un altro treno e i passeggeri trasborderanno. Nel frattempo non una parola di attenzione per i passeggeri, "rei" di aver pagato rispettivamente 45 e 32 euro per la tratta Milano - Torino, rispettivamente in Prima e Seconda classe. Nelle more del silenzio del capotreno che non si è palesato di persona con gli sventurati viaggiatori, chi scrive ha chiamato l'Ufficio Stampa delle Ferrovie per segnalare la vicenda prima ancora del comunicato delle 9.04. E' così che agli innervositi viaggiatori sono stati somminstrati generi di conforto a carico delle Ferrovie, nonostante il personale del vagone ristorante piuttosto recalcitrante.
L'Ufficio Stampa delle Ferrovie si è scusato con chi scrive per la mancanza di iniziativa del personale a bordo del treno. Noi ringraziamo l'Ufficio Stampa per aver agito con tanta sollecitudine ed attenzione visto il numero di chiamate che ho ricevuto. Il personale di Trenitalia troppe volte si comporta con l'improntitudine di un vecchio monopolista... Compitino delle vacanze "imparare a memoria l'acronimo NTV".

Ragazzino aggredito con la sciarpa di Del Piero


 

Picchiato solo perché indossava una sciarpa della Juventus. Succede allo stadio Friuli, durante Udinese-Juventus di mercoledì 21 dicembre, ultima partita di campionato prima della sosta natalizia. La vittima è un giovane di Treviso, aggredito solo per avere Alex Del Piero come idolo personale.
Il ragazzino, 13 anni, è stato avvicinato al termine della partita da un gruppo di sostenitori dell'Udinese: "Quando hanno visto la mia sciarpa della Juve mi hanno insultato e mi sono saltati addosso. Volevano strapparmela e tenerla come trofeo", racconta al Corriere del Veneto.
Alessandro si stava avviando verso l'uscita dello stadio insieme al papà, al fratellino di 10 anni e due amici coetanei, anche loro accompagnati dal padre. Viene apostrofato da due tifosi dell’Udinese, uomini maturi tra i quaranta ed i cinquant’anni, forse ubriachi: "Cretino, cosa tifi Juve a fare, poi hanno urlato: prendiamo lo juventino". Sono attimi di panico: "Uno mi stringeva la sciarpa al collo mentre l’altro mi teneva fermo il busto. Mi hanno trascinato per alcuni metri, colpendomi con dei pugni. Io con tutte le mie forze tenevo la sciarpa, è autografata dal mio idolo Alex Del Piero, per me ha un valore grandissimo".
Il fratellino assiste alla scena in lacrime. Il papà, rimasto qualche passo indietro a controllare il gruppetto dei ragazzi, si precipita in soccorso del figlio. Altri tifosi dell’Udinese tentano di fermare i due balordi: "È solo un bambino, lasciatelo stare, non si può difendere". Il padre, mentre tenta di sottrarre il figlio dalla morsa dei due ultrà, capisce che vogliono la sciarpa: "Mio papà mi ha gridato di mollare la sciarpa. Ho capito che ero in pericolo e ho lasciato la presa. Solo a quel punto loro se ne sono andati, sventolandola come se fosse un trofeo".
Il padre ha subito sporto querela a un ispettore di polizia presente allo stadio. Il dispiacere più grande, per Alessandro, è quello di avere perso la sciarpa autografata dal suo idolo. La speranza è di poterne avere un giorno un’altra: "Mi piacerebbe davvero tanto che Del Piero autografasse un’altra sciarpa per me... speriamo".